Perché raccontare una storia che parla della mafia siciliana degli anni Ottanta-Novanta?
Ce lo siamo chiesto spesso cosa ci spingesse e perché lo sentivamo così necessario da arrivare a produrre uno spettacolo sulla vicenda della diciassettenne Rita Atria.
La risposta non è arrivata subito: è arrivata dopo più di un anno di studi, di scrittura e di confronti. Abbiamo capito che la mafia è una foto in cui nasci e dalla quale non riesci a staccarti perché non puoi, o non vuoi, guardare oltre la cornice. Ma è fondamentale capire quali sono i meccanismi profondi che portano ad aderire ad un determinato sistema culturale e che questi meccanismi scattano a prescindere dalla regione in cui si vive e soprattutto che opporsi a questi meccanismi, spesso inconsci, richiede un cambiamento profondo e radicale.
Questo vogliamo raccontare.
Questa è la risposta che ci ha dato Rita.
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