
Nuova proposta per LA GIORNATA DELLA MEMORIA
FIGLI DEL VENTO – IL GENOCIDIO DIMENTICATO
Se ormai la parola Shoah ha un significato sempre più conosciuto, non si può dire la stessa cosa per la sua variante zigana Porrajmos (alla lettera, divoramento) con la quale l’intellettuale rom Ian Hancock, a partire dagli anni 90, ha dato un nome allo sterminio di oltre cinquecentomila zingari.
Non è un termine molto noto, perché non così nota è la tragedia che ha accomunato le popolazioni di origine ebraica a quelle di origine Rom e Sinti.
Olocausto è il termine – in uso ormai comune – con cui intendiamo il genocidio di cui furono responsabili le autorità della Germania nazista e i loro alleati nei confronti degli ebrei d’Europa. Il termine ha le origini in un sacrificio della religione greca antica ed ebraica nel quale ciò che si sacrificava, veniva completamente arso.
Per estensione, Olocausto è arrivato a comprendere lo sterminio di tutte le categorie di persone dai nazisti ritenute “indesiderabili” o “inferiori” per motivi politici o razziali: prigionieri di guerra, oppositori politici, massoni, minoranze etniche come rom, sinti e jenisch, gruppi religiosi come testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali e portatori di handicap mentali e/o fisici.
Una prima distinzione venne fatta già negli anni 40, quando si introdusse il termine Shoah, in ebraico “desolazione, catastrofe”, certamente più corretto, in quanto non richiama, come Olocausto, l’idea di un sacrificio inevitabile e soprattutto non un sacrificio a un dio.
Marco Artusi

Evarossella Biolo
