Lezione spettacolo su Luigi Pirandello
a cura di Davide Dolores
Produzione: Dedalofurioso Soc. Coop. e Matàz Teatro
DESTINATARI
SUPERIORI
Il 28 giugno del 1867 nasceva a Girgenti (oggi Agrigento) Luigi Pirandello, uno dei più grandi scrittori e pensatori italiani, oltre che drammaturgo tra i più innovativi e rappresentati nel nostro paese.
A distanza di 150 anni dalla sua nascita, l’opera letteraria e drammaturgica di Luigi Pirandello offre ancora molteplici spunti di riflessione estremamente attuali da poter affrontare con i più giovani. In questo modo si ha inoltre la possibilità di avvicinare i ragazzi alla letteratura italiana e al teatro.
“Uno, nessuno e… centocinquanta” è una lezione/spettacolo sul grande artista, corregionale dell’attore Davide Dolores, per far conoscere Pirandello ai ragazzi da un punto di vista non solo letterario ma anche umano, approfondendo dalla prospettiva “interna” di un conterraneo quei temi che vengono di norma trattati in classe.
Durante la presentazione della vita e delle opere di Pirandello, Davide Dolores recita brani tratti da alcune tra le più note opere dell’autore siciliano – romanzi, novelle e testi teatrali, come ad esempio Il fu Mattia Pascal, Uno, nessuno e centomila, La patente, Il berretto a sonagli, Sei personaggi in cerca d’autore e altri – utilizzando anche il dialetto siciliano per svelare quelle suggestioni e sfumature psicologiche tipiche della società siciliana dei primi del ‘900 e che tuttavia persistono ancora oggi in tutta la penisola italiana.
Tra i diversi temi si è scelto di approfondire i seguenti:
1 – LA “MASCHERA”
Con l’avvento dei social network (Facebook, Twitter, Instagram…) sempre più spesso i ragazzi si trovano a costruirsi vite parallele “nell’etere”, a dipingersi agli occhi degli altri come in realtà non sono, a portare una maschera che volenti o nolenti l’odierna società dell’apparire ci spinge o impone più o meno esplicitamente ad avere. Con le dovute differenze di tempi e contesti, il tema della “maschera sociale” che ognuno di noi indossa ogni giorno in base alle situazioni in cui si trova è centrale nell’opera di Pirandello, soprattutto nel suo teatro. Con questa lezione/spettacolo si esortano i ragazzi a riflettere e ad essere consapevoli di tale meccanismo che tende a far confondere il confine tra finzione e realtà, tra come appariamo agli altri e come in realtà siamo.
2 – L’IDENTITA’
La riflessione sulla maschera conduce inevitabilmente ad uno stimolo per gli adolescenti verso la definizione della propria personalità. I media ci bombardano costantemente con input che spingono ad una sostanziale massificazione di gusti ed opinioni. Essere come gli altri e fare parte del gruppo in primo momento può sembrare rassicurante e dare la sensazione di avere una propria identità. Quello che accade è in realtà un processo di “spersonalizzazione”: nella massa – e nel pensiero di massa – l’individuo rischia l’auto-isolamento, la solitudine e finisce con il sentirsi “nessuno”, rischio da evitare perché potrebbe condurre, come nell’opera di Pirandello “Uno, nessuno e centomila”, alla follia.
3 – L’UNIVERSALITA’ DELLA CONDIZIONE UMANA
Terzo aspetto preso in considerazione a conclusione del percorso pedagogico, è l’universalità della condizione umana. L’essere umano descritto da Pirandello 150 anni fa, così come ai giorni nostri, condivide con i suoi simili il continuo oscillare tra essere ed apparire, tra voler essere e dover essere. Questa relativizzazione della propria situazione non deve spaventare, anzi, deve rendere consapevoli che ogni persona, pur nella sua unicità, ha qualcosa in comune con gli altri. Come risulta evidente nella poetica dell’autore siciliano, i nostri bisogni, le nostre emozioni – gioie, dispiaceri, paure, speranze – ci rendono idealmente fratelli e sorelle, qualunque siano la nostra estrazione sociale, la nostra cultura, le nostre idee: affrontare questa realtà è un passo essenziale per il progresso del genere umano.