Monologo di e con Giovanni Betto
regia Mirko Artuso
Ingresso 10 euro
Biglietti acquistabili in prevendita presso “All’angolo di Onorina”, oppure in sala Alda Merini il pomeriggio dei giorni 13 e 17 gennaio o direttamente in sala Merini la sera dello spettacolo fino ad esaurimento posti
21 gennaio 1943. Ritirata di Russia. Neve. Tanta.
Nell’insensata tragicità della guerra, un uomo, poi dato per disperso, fa la sua scelta fra la vita e la morte.
Ma la sua scelta segnerà il destino di molti.
Quest’uomo in qualche maniera ritorna, come ombra portata dal vento del tempo. Ma l’eco di quella scelta primigenia ha nel frattempo travolto prima una moglie, poi una figlia, poi un nipote.
E il nipote, oggi, esige risposte.
Un monologo/dialogo che spoglia la guerra della sua storicità, per farne invece un paradigma della condizione umana, fragile e illusoria. Ma anche una voce alta, che tutti noi, in qualche modo nipoti, non vogliamo dimenticare. Una voce che grida l’attaccamento alla vita, istintivo, viscerale e che ci invita a gioire, ad amare e a inseguire il nostro essere di felicità. Per scioglierla la neve. Tutta.
Lo spettacolo è stato anche rappresentato all’interno del convegno di psicologia “Clinica dei legami fra i viventi e le anime”, tenuto dal prof. Vittorio Cigoli a Treviso e organizzato dall’Istituto Veneto di Terapia Familiare di Treviso.
Riconoscimenti:
– Festival di Teatro IN-BOX – Quarto posto
– Selezione Visionari Kilowatt Festival 2018
– Selezionato quale materiale didattico al convegno di psicologia “Clinica dei legami fra i viventi e le anime”, tenuto dal prof. Vittorio Cigoli e organizzato dall’Istituto Veneto di Terapia Familiare.
– Finalista Bando Ermo Colle 2019
La parola all’artista:
Parlare di guerra in realtà è un pretesto perché mi serve per dire qualcos’altro … in realtà quello che voglio io è parlare del dolore perché ho capito dalla mia storia familiare e anche nel confronto con altre persone che il dolore se qualcuno non lo prende in mano, non lo tratta, non lo risolve, non lo mastica, non lo digerisce, il dolore resta, io non so spiegare perché resti però ho capito che resta e resta non solo a chi l’ha provato in primis (mio nonno) ma resta a tutti gli altri: è rimasto a mia nonna, è rimasto a mia mamma e, in qualche modo, è rimasto anche a me.
E allora io un giorno che mi sono stancato di avere queste cose in giro per casa ho pensato visto che faccio l’attore “Ma magari ci scrivo una storia sopra”