Tratto dai racconti di Osvaldo Soriano ed Eduardo Galeano
Il gioco del calcio appartiene all’intimo di ognuno di noi, perché un pallone che rotola porta con sé l’istinto del rincorrere e del calciare.
Ed è di una attrattiva e di una forza tale questo gioco, che è diventato, ormai, patrimonio culturale del mondo intero, tanto da indurre fior fiore di giornalisti e scrittori a scrivere pagine stupende su di esso.
Come ogni fenomeno culturale, ci si basa anche su una memorialistica che ci riporta subito indietro nel tempo in un periodo in cui i pionieri del calcio – che fosse giocato sui grandi campi degli stadi o sulla terra tutta buche dei campetti improvvisati – compivano gesta epiche. Forse mai più ripetibili!
Fra i mille scrittori che hanno portato su carta questa loro passione, abbiamo deciso questa volta, di soffermarci su due esponenti del calcio narrato sudamericano: Osvaldo Soriano ed Eduardo Galeano. I loro racconti e la loro capacità di analisi, fulminante, ci portano immediatamente a quel periodo in cui anche noi eravamo con le ginocchia sbucciate a giocare sui campi o seguivamo alla radio (i più fortunati alla televisione) le gesta epiche dei nostri eroi o – ancor di più – eravamo sugli spalti di stadi minuscoli a tifare per gli amici o i morosi.