L’Italia che esce dalla prima guerra mondiale è un paese in parte distrutto nel territorio, ma soprattutto è una nazione lacerata nel suo tessuto sociale. Il dualismo fra interventisti e neutralisti, presente prima dell’entrata in guerra non si risolve, anzi si amplifica con la sua fine. E in più, ora entrano in campo anche altre istanze – come la ridistribuzione delle ricchezze o il mai risolto problema agrario – e altri esempi da seguire per una differente organizzazione sociale, su tutti la rivoluzione Russa appena avvenuta.
E si sa: a ogni azione, corrisponde una reazione uguale e contraria…
In questo dualismo i due campioni che possono rappresentare queste due anime, sono da un lato il lavoratore delle cooperative di lavoro che occupa o sciopera ad oltranza per ottenere diritti nelle fabbriche o nei campi, e dall’altro lo squadrista, figlio della rabbia del reduce che mette la propria violenza al servizio della classe padronale, preoccupata del futuro dei propri beni.
In mezzo, c’è ovviamente il mondo: altri partiti con altre visioni politiche; altri conservatori con la predisposizione alla mediazione o, al contrario, a giocare d’azzardo; un Vaticano cui ancora brucia la breccia; una vecchia classe politica che non capisce che il mondo è cambiato e non riesce ad adattarsi…
E raccontare la storia di questo periodo che va dalla fine della guerra al patto di pacificazione, non può non tenere conto anche di loro.
Ma a Bruno e Mario, i nostri due protagonisti, tutto ciò interessa poco, perché la loro è una lotta quasi personale. Ma anche se non lo sanno, con il loro dualismo, stanno mettendo le basi di quella che sarà la storia d’Italia dei prossimi vent’anni circa; e uno dei momenti più esemplificativi di questo loro scontro avverrà a Treviso nel luglio del 21, quando 1.500 squadristi devasteranno la città trovando delle forze pronte a rispondere (ma forse non nella maniera più adeguata…).
Una narrazione per due attori e due personaggi per raccontare uno dei periodi forse più complessi della nostra storia (ma anche l’Europa non scherza…), partendo da una piccola città per raccontare una Nazione.